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Resine industriali di incapsulamento: 5 fattori per una miglior selezione

Con le numerose opzioni di resine incapsulanti disponibili sul mercato, la scelta di quella più adatta alla tua applicazione può rappresentare una vera sfida. Spesso si pensa che le proprietà delle resine industriali non variano in modo sostanziale, invece possono offrire vantaggi significativamente diversi. Andiamo quindi a determinare i fattori da tenere a mente per selezionare la resina industriale adatta. In primo luogo, è necessario stabilire le condizioni operative finali della resina, l’intervallo di temperatura e le probabili esposizioni chimiche, per poter poi esaminare le resine che avranno il maggiore impatto sulle prestazioni e sull’affidabilità. Vediamo insieme i 5 fattori fondamentali da prendere in considerazione:

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Chimica della resina industriale

È facile supporre che tutte le resine poliuretaniche ed epossidiche abbiano caratteristiche sostanzialmente simili, poiché appartengono alla stessa famiglia chimica, ma non è così. Diversi fattori possono influire sulla conduttività termica e vari additivi possono influenzare la lavorabilità, il tempo di polimerizzazione e l’intervallo di temperatura di esercizio. Per esempio, la parte A del poliuretano può essere a base di polibutadiene o di polietere/poliestere.

Le resine industriali a base di polibutadiene, come quelle Electrolube che iniziano con i prefissi UR50__ o UR51__ come l’Electrolube UR5041 Polyurethane Resin, hanno generalmente un’eccezionale resistenza all’acqua e all’immersione in acqua salata, ma sono suscettibili all’attacco di solventi organici come oli e carburanti. Invece le resine a base di polietere/poliestere, come gli EL UR55__/ UR56__ come l’ Electrolube UR 5634 Polyurethane Resin, hanno generalmente una migliore resistenza ai solventi organici e una buona resistenza all’acqua a temperature più basse, ma non sono così resistenti come i materiali a base di polibutadiene in condizioni calde e umide. È evidente quindi che anche all’interno di queste categorie generali esistono differenze di prestazioni; proprio per questo motivo noi di mascherpa possiamo consigliarti al meglio quale resina utilizzare in base all’applicazione e alle condizioni di utilizzo. Seguendo questo approccio, è possibile scegliere la resina con la migliore combinazione di proprietà per le tue esigenze.

Conduttività termica

La tendenza alla miniaturizzazione fa sì che i dispositivi ad alta densità di potenza siano sempre più comuni. In questo caso la dissipazione termica diventa più importante che mai.

La conduttività termica delle resine industriali è influenzata dal tipo di riempitivo termoconduttivo utilizzato e anche dalla distribuzione, dalle dimensioni e dalla forma delle particelle al loro interno. Le conducibilità termiche indicate nelle schede tecniche hanno un valore limitato, poiché diversi metodi di prova possono fornire valori diversi per lo stesso materiale. Ciò significa che due resine che hanno lo stesso valore di conduttività termica all’interno delle schede tecniche possono avere prestazioni molto diverse a seconda dell’applicazione.

Per ottenere un confronto più accurato, è importante eseguire test dell’applicazione reale. Questo non vale solo per le resine industriali, ma anche per i materiali di interfaccia termica.

Materie prime a base biologica

La sostenibilità sta diventando sempre più una priorità, sia a livello globale, sia per i produttori, sia per noi di Mascherpa. L’utilizzo di resine a base biologica rappresenta un elemento di sicurezza per il futuro.

Il passaggio alle materie prime biobased può comportare notevoli vantaggi tecnici.

Esistono molte opportunità per le applicazioni di resine a base biologica nell’industria elettronica in generale, dati i vantaggi prestazionali che offrono in ambienti difficili, applicazioni subacquee e ambienti operativi caldi e umidi.

Aspetto economico

Il confronto tra i costi tra le diverse resine industriali può creare confusione, poiché spesso il loro prezzo è espresso in chilogrammi, ma viene utilizzato in litri. Di conseguenza, la densità può influire notevolmente sul costo effettivo per unità.

Provate a considerare questo esempio:

Consideriamo due resine con lo stesso costo apparente per chilogrammo

  • La resina A ha una densità di 1 kg/L (pari a 1g/ml, tipica di una resina non caricata)
  • La resina B è di 2 kg/L (pari a 2g/ml, una resina altamente caricata)

Miscelazione

Non tutti i miscelatori sono creati allo stesso modo, sia per quanto riguarda gli operatori manuali, sia per quanto riguarda l’utilizzo di una macchina di miscelazione ed erogazione per le grandi produzioni. Una resina miscelata in modo scorretto non polimerizza correttamente, lasciando vuoti e una finitura appiccicosa o non uniforme. Anche se non ci sono difetti visibili, è molto probabile che il materiale non abbia le proprietà finali di polimerizzazione previste, il che potrebbe portare a successivi guasti dell’unità.